
In Campania, intorno alla prima metà dell’800, il naturalista Carlo Vittadini classificò un tartufo molto apprezzato nei secoli dalle nostre popolazioni, che ha il suo habitat naturale nel comprensorio dei Monti Picentini. Associato prevalentemente a pianta di faggio o di pino nero, fu denominato “Tuber Mesentericum Vitt” o Tartufo Nero di Bagnoli.
Il suo nome deriva dal greco “Mesentericum”, la membrana che avvolge l’intestino tenue, per il caratteristico andamento circonvoluto delle venature della gleba.

La raccolta inizia in autunno-inverno e va avanti fino alla primavera. Quando è maturo emana un forte odore. Il sapore è gradevole, molto appetitoso. Per assaporare il suo aroma fino in fondo, va tagliato crudo a fettine sottilissime e combinato con diverse pietanze, alle quali conferisce un gusto inimitabile.
Ricercatissimo da sempre da buongustai e amanti della migliore gastronomia, da diversi anni il Tartufo Nero di Bagnoli incontra il favore di un pubblico sempre più vasto, che si estende ben oltre le province meridionali, fino alle regioni del Nord Italia e all’estero (Germania e Gran Bretagna in particolare).